Il senatur e le sue verità storiche.

Che
il federalismo sia da sempre e da molti invocato in italia è
un dato di fatto.

Che
mai come oggi chi lo invoca (e causa baratti politici quasi
sicuramente, a meno di una caduta del governo lo otterrà) sia
completamente privo di un minimo di coscienza storica, naviga nelle
profonde acque dell’ignoranza e affoga spesso sommerso da odi
xenofobi, è difficilmente appuntabile.

Ai
Salvemini e ai Cattaneo degli albori dell’unità d’Italia ora
contrapponiamo in questa nuova spinta federalista gente del calibro di
Bossi, Calderoli, Borghezio, Maroni, sui quali non mi sento di
spendere alcun commento e preferisco stendere un pietoso velo. Chi
volesse conoscerli meglio e si documenterà ne resterà
stupito più di quanto già non lo è ad ogni loro
esordio televisivo.

Ma
ha senso affidare oggi a queste "alte personalità"
un compito cosi’ arduo e vitale? Dalle loro storie, dai loro
curriculum, dalle loro fedine penali e dalle loro uscite pubbliche
non riesco a convincermi che siano adatti allo scopo.

Proprio
di ieri è l’ultima prodezza del senatur. Invettive contro
l’inno e contro i professori meridionali.

Le
prime criticate duramente in parlamento anche dal presidente della
camera al quale il senatur ha risposto con sempre alto senso delle
istituzioni, "era meglio se non interveniva", le seconde
passate quasi inosservate ma a mio avviso ancora più gravi in
quanto sintomo di rinnovato anti-terronismo e di una viscerale
ignoranza.

La
presunzione di riscrivere la storia a proprio piacere quando non si
hanno ne i mezzi ne le conoscenze è grave specie quando si
vuole utilizzare per i propri scopi politici-economici. La visione
dell’italia con il sud assistenzialista e il nord che paga le tasse,
il nord dei lavoratori e il sud degli scrocconi è quella a cui
tutti siamo abituati. "Roma ladrona" non scandalizza
nessuno.

Il
problema del revisionismo storico poi assilla da sempre i leghisti
che non si vedono riconosciuti il diritto di studiare meglio la loro
storia in contrapposizione alle versioni storiche ufficiali. Ma se
revisionismo storico si deve fare ben venga,ma con criterio, anche in visione di un
federalismo funzionale all’Italia.

Secondo
il Salvemini il federalismo, dopo l’unità d’Italia, era
indispensabile per bloccare il drenaggio di capitali dal sud verso il
nord, si non è un errore di battitura è scritto proprio
così dal SUD verso il nord. Infatti un divisione federalista
avrebbe permesso al Sud di continuare sulla strada dello sviluppo non
solo industriale ma anche sociale, permettendone quindi
l’emancipazione.

Questo
non avvenne ed il motivo è semplice: il governo piemontese pagò
i debiti contratti con le grandi potenze grazie all’economia del sud
che venne successivamente smantellata in favore di quella del nord,
alle rivolte
non si rispose  con azioni atte a cercarne e risolverne i
motivi, ma con l’abolizione dello stato di diritto e l’invio
dell’esercito.Quello che ne conseguì? La visione di uno
stato lontano, autoritario, spietato e sempre dalla parte dei potenti
ed il relativo rafforzamento delle società malavitose.

Si
potrebbe scrivere all’infinito delle diverse forme attraverso le
quali il governo centralista italiano applicò una politica
coloniale al sud decretandone l’odierna arretratezza, io mi astengo
perché non ne ho ne il tempo ne le conoscenze pero’ invito
tutti a scrollarsi di dosso le nozioni scolastiche e rimettersi un
poco a studiare per cercare le reali ragioni dell’affossamento del meriodione.

Oggi
quelli che per più di un secolo hanno approfittato ed hanno tratto profitto
dalla colonizzazione del sud vogliono il federalismo, lasciando
quindi l’ex colonia nello sterco e senza possibilità di
ripresa, e si lamentano pure dei professori che vanno a insegnare al nord, se non fosse per loro (questi ragazzi che lasciano i loro paesi sul mare per andare a insegnare nella ridente Udine o nella gioviale Bolzano) le scuole del nord sarebbero costrette ad assumere gente senza competenze, ma con la sola "pura discendenza indioeuropea" e "nobili radici padane" tanto decantate.Questo le condannerebbe ad un decadimento culturale ancora più violento di quello già in corso.

Sicuramente al sud non si deve sperare in aiuti dal di fuori per
risollevare le proprie sorti, oggi come non mai si deve ritrovare la propria
consapevolezza per arrivare a migliorare la situazione cooperando con tutte le realtà del mediterraneo ed europee.

Comunque
gli italiani hanno avuto il coraggio di rimandare al governo la
"banda bassotti" che anche dalle prime mosse non si è
smentita con i primi provvedimenti ad-personam ed ignorando i reali bisogni del paese, quindi ormai tutto
appare possibile anche che Calderoli riscriva la costituzione.

Forse
è troppo pretendere che tutto questo sia almeno affrontato in
maniera seria senza ipocrisia  e facendo a meno di fare accenni ad una
possibile superiorità culturale spesso invocata, del nord sul
resto del mediterraneo (non solo il sud Italia ma paesi del
mediterraneo islamici compresi).

Cosa
si faceva nelle fiorenti terre del senatur mentre il mio vicino di
casa Milone vinceva sette volte alle olimpiadi e il suo maestro
Pitagora si dilettava con le tabelline??



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